METODOLOGIA
La Procedura Immaginativa trova applicazione nella psicoterapia e nel counseling psicologico.
Il riferimento storico è al Rêve-Eveillé di Robert Desoille, ampliato e sviluppato, successivamente alla sua morte, dagli studiosi del G.I.R.E.P. Groupe International du Rêve-Eveillé en Psychanalyse di Parigi al quale Renzo Rocca appartiene. A partire dagli settanta Renzo Rocca e Giorgio Stendoro sviluppano un nuovo modo originale di utilizzare l’Immaginario, la Procedura Immaginativa. Nel 2002 viene riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR) come scuola di specializzazione in psicoterapia con la Procedura Immaginativa.
L’orientamento teorico fa riferimento non solo alla psicoanalisi, ma alla complessità della matrice umana che accompagna la conoscenza dell'essere umano nella sua profonda espressione delle sue qualità esistenziali. Renzo Rocca e Giorgio Stendoro, ricercatori e fondatori della metodologia della psicoterapia con la Procedura Immaginativa, sono i principali interpreti di questo approccio alla complessità della persona e della sintesi degli aspetti filo-antro- socio-psico caratterizzanti l'essere umano, confluiti nell'approccio psicoterapeutico.
La metodologia della Procedura Immaginativa attiva, attraverso le immagini espresse dalla persona, aspetti simbolici ed emotivi-affettivi aventi una funzione autoregolatrice e ristrutturante di vissuti traumatici disgreganti e/o “bloccanti” le energie e le risorse intrapsichiche dell'individuo.
L'immersione nella profondità interiore della persona, attraverso la Procedura Immaginativa, consente l'emersione e quindi la modificazione di ciò che può impedire l'armonia originale e originaria delle parti che compongono il Sé.
Inoltre, la Procedura Immaginativa, nel suo procedere armonioso e riequilibrante, consente lo sviluppo di capacità creative e transpersonali prima inimmaginabili.
La produzione delle immagini, nella sua corretta applicazione metodologica, è sostenuta da una relazione tra persona-paziente e persona-terapeuta definita dai capiscuola Relazione di Valori Funzionali fondamentale per consentire il procedere della terapia, essa risulta essere una parte integrante. I capiscuola, R. Rocca e G. Stendoro, definiscono la relazione terapeutica all'interno degli studi sulla Metodologia dell'Incontro. Il procedere con la Metodologia dell’Incontro permette
di creare tra persona-paziente e persona-terapeuta, un incontro che va ben oltre gli aspetti formali e “contrattuali”, seppure presenti, in cui vi è la spinta per entrambi gli interlocutori di mettersi in gioco nella reciprocità trasformativa facilitante l'interiorizzazione degli aspetti rigeneranti/riparativi/ristrutturanti.
Il processo di trasformazione che avviene nell'interazione tra persona-paziente e persona-terapeuta, seguendo il rigoroso procedere analitico della Metodologia dell’Incontro, implica l'indispensabile messa in discussione del terapeuta nell’ascolto di se stesso e del paziente, il confronto in supervisioni e l’aggiornamento formativo continuo (oggettività terapeutica metodologica) in un continuum che non ha fine (come dicono i capiscuola “L'inconscio non è “finito”) allo scopo di fornire un valido aiuto terapeutico.
Nel contesto della psicoterapia con la Procedura Immaginativa si avviano percorsi di vita che permettono alla persona la gestione armoniosa e dinamica dell'”Incontro” sociale ed etico nell'ambito delle proprie esperienze vitali.
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